RestART vi porta a Palazzo Mirto, il museo dell’aristocrazia di Palermo (FOTO)

‘Perdersi’ nella bellezza di un’epoca lontana, ammirare i capolavori artistici del passato, rivivere antichi fasti e suggestioni ammirando una vera ‘perla’ della storia di Palermo.

E’ possibile con RestART, il festival culturale organizzato dall’associazione Amici dei Musei Siciliani e da Digitrend, che cura la piattaforma di ticketing ed audio guide.

Fino al 29 agosto, sarà possibile visitare, ogni venerdì e sabato, dalle 19 a mezzanotte, oltre 20 siti culturali della città scoprendone la bellezza ed i capolavori artistici che custodiscono.

Oggi vi parliamo di Palazzo Mirto, ubicato in via Merlo, nel centro storico di Palermo, nonché un vero e proprio museo dell’aristocrazia cittadina.

Lo sfarzoso palazzo dei Filangeri, conti di San Marco e Principi di Mirto, costituisce una rara e preziosa testimonianza di una dimora aristocratica e dello stile di vita di una famiglia nobiliare a Palermo. Per oltre quattro secoli residenza della casata Filangeri, la cui origine si fa risalire all’età normanna, nel 1982 è stato donato al patrimonio regionale, con tutte le raccolte in esso contenute, dall’ultima erede Maria Concetta Lanza Filangeri per destinarlo alla pubblica fruizione.
Il mantenimento degli arredi e delle collezioni – porcellane, cineserie, dipinti, orologi, armi, libri, vetri, ventagli, per citare soltanto alcune delle raccolte che coprono un arco temporale che va dal Seicento all’Ottocento – costituisce, a prescindere dalle singole opere, lo straordinario valore del complesso.
Situato in un’area connotata fin dal Medioevo dalla presenza di dimore nobiliari, il palazzo non è sorto in seguito ad un progetto unitario ma è costituito da un aggregato di edifici di diversa epoca, unificati nell’aspetto attuale in seguito ad ammodernamenti e trasformazioni.
Un primo nucleo, appartenente alla famiglia De Spuches, passò ai Filangeri a seguito delle nozze celebrate tra Pietro e Francesca De Spuches nel 1594; già dalla fine del XVII secolo per volontà di Vincenzo Giuseppe Filangeri furono riuniti diversi appartamenti dando origine al palazzo nobiliare, ma i mutamenti più evidenti sono quelli affidati dal principe Bernardo agli architetti Andrea e Teodoro Gigante a partire dal 1790, che hanno dato all’edificio l’aspetto sostanzialmente attuale, con la risistemazione dell’intero primo piano, la realizzazione del prospetto sulla via Lungarini e del portale sulla via Merlo.
A causa di nuove esigenze abitative a seguito del matrimonio di Vittoria Filangeri, ultima erede della casata, con Ignazio Lanza, celebrato nel 1830, una ristrutturazione degli ambienti del secondo piano portò alla creazione di un grande appartamento per la vita privata della famiglia, che da quel momento utilizzerà il primo piano solamente per i ricevimenti e le cerimonie.
Le fonti documentano numerosi lavori di manutenzione, abbellimento e arricchimento delle sale del palazzo per tutto il corso del XIX secolo. Dopo il 1876 furono rifatte la facciata sulla via Merlo e quella sul cortile, dove il nuovo ingresso verrà sottolineato da una pensilina in ferro secondo la moda parigina di fine secolo.
I rimaneggiamenti subiti dal palazzo, occultati sotto una cortina muraria uniforme, sono evidenti nella pianta dell’edificio e si riflettono nella forma del cortile di ingresso. Come di consueto, i vari ambienti sono distribuiti nelle diverse elevazioni secondo una codificata gerarchia.

Al piano terra sono collocati servizi e magazzini. Erano presenti due cucine, una più piccola che ospita oggi la biglietteria, ed una principale dove sono ancora visibili l’antico pozzo, il forno e i piani di lavoro. Oltre l’arco si raggiungono le scuderie, composte dalla “cavallerizza” a tre corsie divise da colonne, elegantemente ornata da strutture in legno e ghisa, con mangiatoie in ferro battuto ed abbeveratoi in pietra scolpita. Nelle scuderie sono attualmente custodite anche alcune carrozze del XIX secolo provenienti dalla collezione Martorana Genuardi, di proprietà dell’Assessorato Regionale Beni Culturali.

Dal cortile, attraverso lo scalone in marmo rosso, si accede agli ambienti di rappresentanza del piano nobile.
Saloni da ballo e da pranzo, per la conversazione e la musica, sontuosamente arredati con specchiere, consolles e vetrine dove fanno mostra di sé smalti, orologi e pregiatissime porcellane orientali ed europee – tra le quali il famoso servizio settecentesco con uccelli prodotto a Meissen e la serie napoletana firmata Nardone con personaggi in costume del XIX secolo- , si susseguono gli uni agli altri, collegati dal caratteristico allineamento delle porte in prospettiva. Notevole il salottino “alla cinese”, impreziosito da rivestimenti in seta dipinta e cuoio lavorato a stampo, testimonianza del ricercato esotismo del tempo.
Seguono i due ambienti più rappresentativi del piano: il Salone degli Arazzi, un tempo camera da letto come indica la decorazione raffigurante temi erotico-mitologici, e il grande Salone del Baldacchino, significativamente decorato dall’affresco raffigurante la “Gloria del Principe” e da pannelli ricamati a “pittoresco”, con scene della Gerusalemme Liberata, che dà accesso ad un cortile pensile con una scenografica fontana decorata da conchiglie e fiancheggiata da voliere. Degni di attenzione anche i due pianoforti ottocenteschi, che insieme ad altri pregevoli strumenti presenti nel palazzo rimandano alla pratica musicale quale irrinunciabile elemento della cultura delle classi agiate.
Le sale successive sono decorate da paesaggi e temi mitologici; in una di esse si apre un salottino con nicchia girevole che cela un passaggio segreto.
Il secondo piano, pur contenendo ambienti destinati ad un uso sociale per il gioco e la musica, fu riservato alla vita privata della famiglia. In esso sono ubicati la camera da letto dei principi, la sala da pranzo, due biblioteche ed una sequenza di studi e salotti arredati con gusto ottocentesco.

Ma potete scegliere qualsiasi altro dei luoghi di RestART con la certezza di non restare delusi. Ecco l’elenco dei siti che è possibile visitare:

Chiesa di Santa Caterina
Cupola di Santa Caterina
Chiesa dello Spasimo
Palazzo Abatellis
Palazzo Mirto
Museo Archeologico Salinas
RISO – Museo di arte contemporanea
Palazzo Branciforte
Villa Zito
Teatro Massimo
Orto Botanico
Oratorio dei Bianchi
Chiesa della Catena
Chiesa del SS. Salvatore
Cupola del SS. Salvatore
Chiesa di S. Matteo
Torre di S. Antonio
Chiesa di Casa Professa (aperta l’8, il 21 e il 29 agosto)
Archivio Comunale
Chiesa della Gancia (aperta solo il 31 luglio e 22 agosto)
Chiesa di S. Giovanni degli Eremiti
Oratorio di S. Lorenzo
Oratorio di S. Mercurio
Oratorio di S. Cita

Oratorio del SS. Rosario in San Domenico
8 agosto | ore 18,30, max 20 persone. Ticket: 30 euro.

RestART si svolge ogni venerdì e sabato dalle 19 a mezzanotte fino al 29 agosto. Ingressi e prenotazioni su www.restartpalermo.it, scegliendo precisi slot orari, secondo le indicazioni di ciascun sito. Igienizzazione e mascherine per i visitatori, misurazione della temperatura all’ingresso dei musei. Sull’App, notizie e curiosità sui luoghi.
Ingresso: 3 euro se il biglietto viene acquistato sulla piattaforma online; 4 euro all’ingresso dei siti, nel caso ci fossero ancora posti liberi.

Prenotazioni su www.restartpalermo.it


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