“I mestieri dell’arte”, a Palazzo Abatellis conversazione con Iano Monaco

  • Restart, appuntamento con Iano Monaco la sera del 16 luglio
  • Monaco è stato appena eletto presidente dell’Ordine degli Architetti
  • Appassionato di sport, ha scelto di vivere di fronte al mare

Appuntamento con Iano Monaco a Palazzo Abatellis la sera del 16 luglio. L’architetto e intellettuale palermitano è l’ospite di “I mestieri dell’arte”, la serie di eventi speciali che fa parte del programma di Restart. Dopo l’incontro con Roberto Alajmo tocca dunque all’insigne architetto raccontare i suoi pensieri e i suoi punti di vista su Palermo e l’arte. Restart è il programma di visite ed eventi per rilanciare la cultura e l’arte a Palermo, organizzato dagli Amici dei Musei siciliani, l’associazione presieduta da Bernardo Tortorici.

La sua firma su twitter?”Sono  ancora in vita anche se non scrivo mai nulla su twitter”.


Monaco, cinquanta anni da architetto a Palermo

Iano Monaco è un uomo che sfugge a ogni definizione.  Sarcastico e polemico al punto giusto, quando lo vuole essere. C’è chi lo ama per la sua professione e per i progetti realizzati e chi lo reputa uno sportivo amante della natura e del mare. Attento osservatore della realtà politica e sociale della Sicilia, Monaco è nato a Palermo nel 1947, e si è laureato a Firenze nel 1970. Quest’anno compie le nozze d’oro con la sua professione:  fa il mestiere di architetto dal 1971. Ha progettato residenze, scuole, ospedali e anche la nuova Pretura di Palermo, ridisegnando  vicoli ed edifici del rione dietro il palazzo di Giustizia. Ha insegnato presso la Facoltà di Architettura di Palermo fino al 1986.

Sempre pungenti e mai banali le sue riflessioni. Palermo e il mare? “A metà degli anni Cinquanta –ha raccontato qualche anno fa Iano Monaco, in una intervista a Repubblica – la nuova città fu plasmata dalla volontà di abili speculatori che costruirono al posto degli eleganti villini di via Libertà e le ville settecentesche della Piana dei Colli. In questo modo la città si allontanò dal suo mare e il mare fu adoperato come pubblica discarica delle macerie belliche“.

Di sicuro, Monaco smitizza il ruolo dell’architetto. Non deve essere un guru a cui affidare le sorti della comunità ma un professionista che deve progettare gli spazi e i luoghi per una qualità di vita migliore. Partendo, perciò, dalla casa: “deve essere un posto comodo, piacevole dove stare senza aver voglia di scappare”.


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