Necropoli Punica di Palermo, quando la città era bella come un fiore e si chiamava zyz

  • La Necropoli di Palermo risale al periodo della fondazione della città da parte dei fenici
  • Oltre settecento tombe sono state rinvenute in quel luogo, ai margini della Neapoli
  • La Necropoli venne scoperta nel 1746, quando iniziarono i lavori del Reale Albergo dei Poveri
  • Con Restart la Necropoli si può visitare nelle sere di venerdì e sabato di luglio e agosto

Palermo si chiamava Zyz, il fiore

Palermo era bella come un fiore. I fenici l’avevano chiamata Zyz, il fiore. Due corsi d’acqua, il Kemonia e il Papireto attraversavano la Paleapoli e la Neapoli, i due centri in cui era divisa la città appena nata. Da un lato gli uffici e il centro commerciale, l’emporium, dall’altro le abitazioni. E infine un luogo destinato al culto dei cari estinti: la Necropoli punica di Palermo.

Una delle più antiche testimonianze di quella stagione che vide nascere Palermo è proprio la Necropoli punica. I resti di quel luogo destinato al culto dei morti si trova nella zona compresa tra Corso Calatafimi e via Cuba.

La Necropoli fa parte del circuito di luoghi da visitare di Restart 2021. Può essere visitata tutti i venerdì e i sabato di luglio e agosto, in turni serali a numero chiuso a partire dalle 19 e sino alle 22,30.

La Necropoli torna alla luce nel 1746

La Necropoli venne scoperta quasi per caso, quando nel 1746 si avviarono i lavori per la costruzione del Real Albergo dei Poveri.

Da allora ad oggi, sono state rinvenute oltre settecento tombe, alcune delle quali, adeguatamente rappresentative dei vari rituali funerari e delle diverse tipologie tombali, sono oggi visibili nell’area della Caserma Tuköry di Corso Calatafimi.

La necropoli copre un arco cronologico compreso tra la fine del VII e gli inizi del III secolo a.Cristo. Sono presenti tombe a camera ipogeica, sia inumazioni in sarcofago litico e deposizioni in fossa terragna o in cinerario; ugualmente attestati sono i riti dell’inumazione e dell’incinerazione.

Fanno commuovere i piccoli loculi destinati ai resti di due bambine di quattro e cinque anni. Con il capo chinato, i resti delle due bimbe sono contornati da piccoli oggetti di corredo e utensili. Un segno della grande civiltà nella cura de trapassati, da parte delle popolazioni panormite.

Palermo e il triangolo fenicio

I fenici hanno segnato la storia di Palermo. Altre popolazioni erano passate da quella meravigliosa landa di terra che è la Conca d’Oro, gli Elimi e i Sicani, tra i primi. Ma la nascita di Panormus come città è merito dei coloni Fenici di Tiro. Tra il VII e il VI secolo a.C. scelsero come luogo d’insediamento un promontorio di roccia di fronte al mare e contornato da due fiumi. Quella zona attualmente è occupata dalla cattedrale di Palermo e dalla villa Bonanno. In pochi anni nacquero i primi insediamenti e i fondaci furono trasformati in una splendida città alla quale fu dato il nome di Mabbonath, che in fenicio significa “alloggiamenti”, ovvero città abitata. Divenne ben presto la città più importante del cosiddetto triangolo fenicio in Sicilia occidentale, che comprende anche Mozia e Solunto.


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